TEO CIAVARELLA PLAISIR D'AMOUR

July 21, 2023  by Stefano Palleni

A concert for solo piano entitled "Jazz, Plaisir d'Amour" by Maestro Teo Ciavarella was lately held at Martini Conservatory in Bologna. This beautiful performance is set in a program dedicated to the Institute's teachers and it’s a worthy accolade for the career of a musician endowed with great human skills.

In the monumental setting of Sala Bossi of the same conservatory where Ciavarella teaches today, the author performed for the occasion a repertoire composed of original pieces and reworked themes by the ecclesiastic Gian Battista Martini, who was Mozart's teacher at the time. The two hours concert flows pleasurably free of any boredom before an enticed abundant crowd. The Maestro channels his mastery in the endeavor to make accessible the austere melodic lines penned by Martini the rooms of Bolognese convents, reinterpreting them in a sparingly and placing them in an impressionist perspective, managing at times to touch the sublime, a very rare opportunity indeed in today's music.

The performer offers us a program full of stimuli where the various styles of piano, exposing by a matter of fact the history of jazz and meet, demonstrating ultimate control. He crosses the Martini repertoire with ease in a sober, at traits brilliant way. The witty arrangements shed light upon the musical devices in use at that time, revealing to the public how these still echo today in popular music and in the more evolved forms such as jazz, constituting their actual harmonic backbone. Teo’s playing recalls all the main stylistic currents of Jazz from the golden classicism of Bill Evans to the harmonies in fourths of McCoy Tyner's modal Jazz, up to Bud Powell's bouncy rhythms.

Possibly the most haunting moments of the performance are to be found in the Father Martini's essential style and compositions, and in Ciavarella’s intimate rendition taking the leave from the ambiance of the classical era that begins with Mozart, where one can sense the harmonic tensions and spirit that will mutate in his late symphonic phase. Perhaps our pianist could have ventured a little further taking some risks, but the Bolognese audience has no pristine but rather hard ears, so he has preferred to entertain them as he knows all-too-well, introducing the pieces telling funny little stories that turns even the most boring episodes of Martini's life and the quarrels of the dark Bolognese oratorios into amusing gags, when also Mozart would had lost his patience. Well, just another of Teo’s many talents.

THE MAN - Teo Ciavarella was my piano teacher at the time of the conservatory. I was immediately struck by his apparent simplicity coupled with his pragmatic competence of reading instantly who’s before him and communicating effortlessly on the same level. At the same time he was able to satisfy the most elaborated educational requests, offering essential information and revealing the musical meaning of the utmost technical devices known only to specialists. Precisely this quality of his allows him to exploit the most refined stylistic elements during performances, making them sound attractive even to the occasional listener. Finally, he certainly has the merit of having introduced his best gifted students to professional activity, giving them a chance to experience real musical practice with its lights and shadows, so that teaching does not abide on a purely abstract level, apart from the reality of life. All these qualities are certainly derived from his character along with a long-lived experience of years spent on stage side by side with the greatest personalities of international Jazz and Italian popular music.

Good Listening!

Si è tenuto di recente presso il Conservatorio Martini di Bologna il concerto del Maestro Teo Ciavarella per pianoforte solo dal titolo “Jazz, Plaisir d’Amour”. Questa bella esibizione inserita all’interno di una rassegna dedicata ai docenti dell'Istituto corona degnamente la lunga carriera di un didatta dalle grandi doti umane.

Nel contesto monumentale della Sala Bossi dello stesso conservatorio dove oggi insegna, l’autore ha eseguito per l’occasione un repertorio composto di brani originali e rielaborazioni di temi dell’ecclesiastico Gian Battista Martini, che fu all’epoca maestro di Mozart. Le quasi due ore di concerto scorrono piacevoli e senza noia di fronte a una platea gremita e partecipe. Il Maestro ha saputo rendere accessibili le austere linee melodiche che il Martini vergava nelle stanze dei conventi bolognesi, rileggendole in modo scarno e ponendole in una prospettiva impressionista, riuscendo in alcuni momenti sfiorare il sublime, istanti quanto mai rari nel panorama musicale odierno. 

Capace di offrire un programma ricco di stimoli dove si incrociano le varie correnti degli stili pianistici della storia del jazz del quale ha una completa padronanza, attraversa con disinvoltura il repertorio del Martini in maniera sobria a tratti brillante. In corso d’opera sa illuminare con sensibilità gli stilemi in uso all'epoca, mostrando al pubblico come questi ancor oggi riecheggino nella musica popolare e nelle sue forme più evolute quali il jazz, costituendone di fatto l'ossatura armonica. Le esecuzioni sono reminiscenti delle principali correnti stilistiche del Jazz: dall’aureo classicismo di Bill Evans alle armonie per quarte del Jazz modale di McCoy Tyner, fino all'andamento saltellante di Bud Powell.

Ma i momenti più suggestivi della performance sono rintracciabili nell'approccio essenziale, proprio delle composizioni di Padre Martini, e nell'interpretazione intimista che prende le mosse dalle atmosfere dell'era classica che inizia proprio con Mozart, dove già si intuisce la tensione armonica ed espressiva che diverrà poi la sua fase sinfonica matura. Il nostro uomo avrebbe forse potuto osare qualcosa in più, ma trovandosi di fronte il suo pubblico bolognese, dalle orecchie non più vergini ma un po' dure, ha preferito intrattenerlo come ben conosce, introducendo i brani negli intervalli e raccontando gradevoli storielle che rendendo divertenti perfino i noiosi episodi della vita del Martini e le beghe dei bui oratori bolognesi, dove pare che anche Mozart avesse perso la pazienza. Un altro dei tanti talenti di Teo.

THE MAN - Teo Ciavarella è stato il mio maestro di pianoforte ai tempi del conservatorio. Mi colpirono subito di lui l’apparente semplicità unita a un certo pragmatismo artigianale  che gli consentiva di leggere chi si trovava di fronte e comunicare con immediatezza senza mai porsi su altro livello. Allo stesso tempo era in grado soddisfare le più complesse richieste sul piano didattico, trasmettendo le informazioni essenziali fino a svelare il senso musicale ed espressivo più profondo anche degli elementi tecnici più sofisticati la cui utilità è nota solo agli specialisti. Proprio questa sua qualità gli permette di utilizzare gli stilemi più raffinati nell'attività concertistica rendendoli appetibili anche per l’ascoltatore occasionale. Inoltre ha il merito di aver introdotto i suoi allievi più dotati all'attività professionale, offrendo loro l'opportunità di fare esperienza diretta della pratica musicale reale con le sue luci e le sue ombre, in modo tale che l'insegnamento non restasse su un piano puramente astratto distante dalla realtà delle vita. Tutte queste qualità gli derivano da una naturale disposizione caratteriale insieme alla grande esperienza accumulata negli anni trascorsi sui palchi insieme alle più grandi personalità della musica jazz e popolare italiana. 

Buon Ascolto!